Le nuove linee guida della Regione Toscana in materia di amianto

Criteri e priorità per lo smaltimento dell’amianto domestico

Le fonti e i principi delle linee guida sull’amianto

Le linee guida sull’amianto costituiscono un provvedimento che mira a fare chiarezza in materia di amianto, rivolgendosi sia ai cittadini che alle imprese. Il provvedimento ha il fine ultimo di agevolare gli adempimenti necessari a tutelare la salute delle case e dei luoghi di lavoro contro i rischio di esposizione all’amianto.

L’azione della Regione opera nel rispetto delle Norme relative alla cessazione dell’impiego dell’amianto, legge statale 27 marzo 1992 n. 257, e della risoluzione del Parlamento europeo sulle minacce per la salute sul luogo di lavoro legate all’amianto e le prospettive di eliminazione di tutto l’amianto esistente, normativa comunitaria del 14 marzo 2013.

Rimozione e smaltimento dell’amianto presente nelle case

Il provvedimento regionale sull’amianto vuole soffermarsi in particolar modo sui criteri per la rimozione e lo smaltimento dell’amianto proveniente da utenze domestiche. La Regione Toscana ha profuso un importante impegno sul tema della presenza di amianto sul territorio regionale. Gli Enti Istituzionali prevedono bandi che supportano economicamente chi vuole disfarsi di materiali contenenti amianto (MCA), ma pochi sono quelli destinati ai cittadini.

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Le linee guida hanno al loro interno una sezione sulle azioni per contenere e ridurre il rischio di esposizione all’amianto. Questa sezione ricomprende precise e coerenti indicazioni per la cittadinanza ma anche per i soggetti pubblici sulla rimozione e smaltimento di materiali contenenti amianto di provenienza domestica (raccolta e micro-raccolta). I rifiuti domestici con amianto sono un aspetto circoscritto ma importante per le implicazioni sanitarie e ambientali ad esso connesse.

Il materiale MCA proveniente da utenze domestiche, di modeste quantità, se gestito in proprio dal proprietario può essere considerato un rifiuto urbano. In quanto tale, deve essere rimosso seguendo precise istruzioni, avvalendosi per le azioni di trasporto e di smaltimento del supporto del Comune e del gestore dei rifiuti urbani operante nel territorio.

Nelle linee guida regionali si individuano quindi i criteri e requisiti minimi per gestire direttamente e correttamente l’amianto, con l’obiettivo di:

  • realizzare un adeguato controllo sulle operazioni di smaltimento;
  • determinare un’adeguata gestione dei costi ma anche una razionalizzazione degli stessi;
  • uniformare le modalità con cui questi rifiuti vengono gestiti nel territorio regionale.

Per quanto riguarda i requisiti minimi, le linee guida indicano quali materiali possono essere rimossi in autonomia dal cittadino. Si tratta soprattutto di manufatti e/o materiali di matrice cementizia o resinoide

  • in buono stato di conservazione, ovvero integri, evitando di rimuovere manufatti che risultano compromessi;
  • in modesta quantità;
  • facilmente raggiungibili, bisogna infatti tenere conto dei rischi di caduta, quindi i materiali devono essere ad un’altezza non superiore ai 3 metri (la persona che effettua il lavoro non può trovarsi ad un’altezza superiore ai 2 metri dal piano campagna).

Sono invece previste informazioni precise in merito alle categorie di manufatti, quantità e dimensione rimuovibili:

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Procedura e sicurezza dei cittadini in fase di rimozione del rifiuto

Come e chi può effettuare la rimozione domestica del MCA

Il soggetto che può effettuare l’attività di rimozione del materiale con amianto è il proprietario o una persona appartenente al nucleo famigliare. Non può effettuare questa operazione un soggetto legato alla famiglia da rapporti subordinati di lavoro.

Il provvedimento della Regione Toscana descrive dettagliatamente anche le modalità della rimozione domestica di MCA. In primo luogo è necessario munirsi del kit fornito dal gestore pubblico, contenente tutti i materiali necessari (dispositivi di protezione individuale e materiali idonei per imballare il rifiuto) per svolgere le operazioni di rimozione in sicurezza. È importante sottolineare che l’intervento può essere realizzato solo in presenza di condizioni climatiche ottimali. Dunque, non è possibile quando piove, tira vento o in caso di altre situazioni che possono determinare rischi.

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In tutti i casi (specificatamente elencati nelle linee guida) in cui non sia possibile la rimozione in proprio è necessario rivolgersi a soggetti specializzati nella rimozione e smaltimento del MCA. Ad esempio se l’amianto: si presenta friabile, vi è il rischio di dispersione, non è integro, è ad altezza superiore ai 3 metri ecc.

Per quanto riguarda il trasporto, le linee guida impongono un divieto di trasporto del MCA da parte del privato. Quest’ultimo è tenuto a consegnare il rifiuto, debitamente imballato, al gestore locale dei rifiuti urbani o ad un soggetto incaricato dallo stesso. Questo deve garantire il servizio gratuitamente. Il rifiuto dovrà, quindi, essere trasportato esclusivamente da soggetti autorizzati (Categoria 5), accompagnato da formulario e classificato con il CER 17 06 05 * (l’asterisco indica la presenza di un materiale pericoloso).

Procedura amministrativa che il cittadino deve seguire

Il privato deve presentare una comunicazione indirizzata al Comune e per conoscenza al gestore e all’ASL. Deve inoltre inserire, con modalità semplificata, il piano di lavoro nel sistema SISPC in modo da garantire il censimento di tutte le operazioni effettuate nel sistema informativo. Questo ha come obiettivo ultimo il raggiungimento di una progressiva bonifica del territorio regionale. I lavori potranno essere avviati dopo 30 giorni dalla comunicazione di avvio. Al termine dovrà essere effettuata la comunicazione di conclusione degli stessi, concordando con il gestore la data del ritiro.

Altre importanti informazioni in materia

Nelle linee guida sono inoltre contenute tutte le istruzioni per rimuovere in modo corretto e sicuro il materiale MCA, nel rispetto di quanto indicato dal DM 6 settembre 1994. Si prevedono misure: per la protezione e sicurezza personale (vestizione e svestizione), per la gestione dell’area in cui i lavori vengono realizzati, per il trattamento, confezionamento e rimozione del materiale stesso.

Ad ARPAT e ASL viene assegnata la competenza di effettuare controlli a campione sulle comunicazioni presentate dai cittadini. La ASL può fare controlli prima e durante l’esecuzione mentre ARPAT è chiamata a verificare la corretta classificazione e smaltimento del rifiuto. ISPRO invece compie il monitoraggio annuale delle quantità rimosse di materiali contenenti amianto da parte delle utenze civili in territorio toscano.

Va precisato che che le linee guida sono indicative, non sono cogenti, ma rispondono all’esigenza di dare indicazioni uniformi valide su tutto il territorio regionale, in modo da fornire anche alle tre Autorità di ambito territoriale precisi riferimenti in base ai quali stipulare protocolli per l’attuazione delle linee guida stesse. Scarica le Linee guida sull’amianto della Regione Toscana


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